Per concessione dell’editore, pubblico sul mio sito, in italiano e in inglese, l’articolo che ho scritto sul n. 18 di East, Europe and Asia Strategies. Si tratta di una lunga riflessione sulla necessità di una governance globale, che prende spunto da quanto sta accadendo in alcuni settori: ambiente ed energia, finanza, commercio internazionale.
L’articolo è stato scritto in gennaio. Mi sembra che gli eventi di questi ultimi due mesi abbiano rafforzato l’esigenza di un sistema globale di governo che, in mancanza di un potere centrale, non può che sostanziarsi in una serie di accordi tra gli stati nazionali: è questo appunto il senso della parola “governance” applicata alle relazioni internazionali. Nel campo della finanza, in particolare, è sempre più evidente che siamo di fronte a una crisi gravissima, derivata dall’illusione che il progresso possa essere garantito da un mercato senza regole collettive.
Da questo punto di vista, il libro di Giulio Tremonti “La paura e la speranza” ha il merito di porre interrogativi di fondo, su temi che altrimenti la campagna elettorale tenderebbe ad ignorare. Tremonti non condivide il modo accelerato in cui si è sviluppata la globalizzazione e su questa diagnosi si può molto discutere: difficile tenere due miliardi di persone nel frigorifero del sottosviluppo. Però le sue proposte per temperare la globalizzazione attraverso un rafforzamento dell’Europa e mediante istituzioni internazionali rinnovate che potrebbero nascere da una nuova Bretton Woods, sembrano largamente condivisibili. C’è da chiedersi, tuttavia, fino a che punto le sue idee siano condivise dallo schieramento di cui fa parte, perché molti esponenti del centrodestra sono invece legati a una visione casereccia del protezionismo: una ricetta che oggi servirebbe solo a chiudere la stalla quando i buoi sono scappati.
Insomma, la governance globale è un problema fondamentale: sono contento di averne scritto e Tremonti fa bene a portarlo all’attenzione dell’opinione pubblica. Ma il suo libro non significa che il centrodestra sia in grado di affrontare questi problemi che anzi nel corso del precedente governo Berlusconi aveva dimostrato di non capire affatto.