Sono un giornalista. Da oltre sessant’anni lavoro nel mondo dell’informazione (cominciai il praticantato all’Agenzia Italia nel 1962) e ho avuto incarichi di una certa importanza nei giornali (prevalentemente settimanali economici, ma anche per un breve periodo al Corriere della Sera) e in organizzazioni private. pubbliche e della società civile. Sono stato condirettore di Mondo Economico, vicedirettore del Mondo, direttore di Capitale Sud, capo ufficio studi della Montedison, direttore centrale dell’Eni, dirigente dell’Istat, responsabile della redazione dell’ASviS. Ho insegnato per circa vent’anni economia e statistica all’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino. E ho ho scritto vari libri.

Sono nato il 12 aprile 1942, dunque ho superato gli 80 anni. Su questo sito ho scritto qualche riflessione sull’invecchiare in questi tempi travagliati, ma nel complesso mi considero molto fortunato per gli affetti che mi circondano, il mio stato di salute, la mia tranquilla situazione economica. Continuo a dirigere il sito futuranetwork.eu, scrivo libri, partecipo a progetti che mi interessano. I grandi temi globali, gli scenari futuri, sono in questa fase tra i miei interessi prevalenti. L’evoluzione della statistica, come strumento di conoscenza e di miglioramento dell’azione politica, è uno degli argomenti che mi appassionano.  Ho un blog, Numerus, sul sito del Corriere della Seral

La mia storia

Il mio ingresso nel mondo della Informazione è stato favorito dal fatto che conoscevo l’inglese, avendo trascorso un anno a 16 anni nel Nebraska con una borsa di studio dell’American Field Service, che è alle radici di quella che è oggi Intercultura.

Mentre studiavo scienze politiche a Pavia, dove mi sono laureato nel 1966, ho cominciato a lavorare a 19 anni all’Associated Press come wirephoto operator, operatore alle grandi macchine che trasmettevano e ricevevano telefoto sui circuiti internazionali, impiegando circa 10 minuti per la ricezione di immagini che oggi ci arrivano in una frazione di secondo.

Ho cominciato a lavorare a Milano, poi ho chiesto il trasferimento a Roma, per seguire la mia grande passione politica. Era il 1962, il momento del primo centro sinistra, ero un seguace di Ugo La Malfa ed ebbi anche l’incarico di responsabile degli universitari repubblicani.

In quello stesso anno vinsi un concorso ed entrai all’Agenzia Italia come praticante. Era un momento magico per l’agenzia, con giornalisti come Franco Roccella e Lino Iannuzzi. Ci rimasi fino al 1964, quando l’agenzia (che non era ancora dell’Eni) licenziò i più giovani per far fronte la sua crisi. Spesi la mia liquidazione in un lungo giro in Africa occidentale, il primo delle mie decine di viaggi in Africa per turismo e per lavoro, poi entrai nell’ufficio relazioni pubbliche della Esso standard italiana diretto da Lorenzo Cantini, un antesignano di una comunicazione d’impresa moderna e coraggiosa, e divenne capufficio stampa.

Dopo il servizio militare, svolto presso l’ufficio stampa del Comando militare territoriale di Roma, desiderando ritornare al giornalismo, nel 1968 lasciai la Esso per tornare a Milano come redattore del mensile Successo, uno dei primi strumenti di informazione economica in Italia. In quello stesso anno mi sposerai con Myriam di Fenizio e dalla nostra unione due anni dopo nacque Pietro.

Nel 1971, su invito di Cantini, assunse l’incarico di capo dell’ufficio studi e programmi redazionali della Montedison, all’epoca presieduta da Eugenio Cefis. Il compito della mia struttura era preparare il materiale di documentazione, ma anche le relazioni di bilancio, la cui bozza, su indicazione di Cefis, dovevo poi sottoporre a Enrico Cuccia di Mediobanca che me le correggeva con una virtuale matita rossa e blu.

Facevo anche parte del gruppo di lavoro che preparava le relazioni per il governo, all’epoca della “contrattazione programmata” e della guerra chimica per accaparrarsi i soldi pubblici. Fu in questo lavoro che conobbi Giorgio Mazzanti, all’epoca amministratore delegato di Montedison, col quale si è più volte intrecciata la mia vita negli anni successivi.

Gli anni in Montedison furono molto formativi, anche perché Cefis mi affiancò consulenti del calibro di Siro Lombardini, Gianfranco Miglio e un giovane Romano Prodi. Ma nel 1974, non condividendo la politica aggressiva decisa da Cefis nei confronti della stampa italiana, accettail’offerta di condirettore di Mondo economico, il settimanale del Sole24Ore diretto da un grande giornalista purtroppo dimenticato, Bruno Pagani. Per varie ragioni però il mio innesto non funzionò è un anno dopo lasciai quel giornale. Dopo alcuni mesi di disoccupazione, nei quali scrissi il mio primo libro, “Il romanzo della Confindustria”, fu assunto nella redazione economica del Giorno, ma sei mesi dopo il nuovo direttore del Mondo Paolo Panerai mi invitò a ritornare nella capitale come responsabile della redazione romana del settimanale che sotto la sua guida aveva assunto un carattere marcatamente economico.

Con un intervallo di circa un anno e mezzo all’Eni, di cui dirò tra poco, rimasi al mondo fino al 1984 dapprima come capo della redazione romana, poi come capo redattore centrale a Milano e infine come vicedirettore. Uno dei periodi più belli della mia vita professionale, ricco di relazioni con colleghi stimolanti, in una fase certamente non facile della storia italiana, tra Brigate rosse e P2.

Entrai all’ Eni nel 1979, perché il presidente Giorgio Mazzanti mi invitò ad assumere l’incarico di direttore centrale per il coordinamento dei servizi generali, che in sostanza significava coordinare le relazioni pubbliche, i rapporti con il governo e una serie di altri servizi interni come la biblioteca per un totale di 170 persone. Affrontai l’incarico con grande entusiasmo, ma non era un periodo felice per l’ente di Stato, ormai fortemente inquinato dall’influenza dei partiti. Lo stesso presidente Mazzanti fu travolto dallo scandalo Eni Petromin, del quale dirò in seguito, e qualche mese dopo le dimissioni di Mazzanti anch’io lasciai l’Eni per tornare al Mondo.

Nel 1984 lasciai il Mondo e, dopo un periodo di lavoro per le pubblicazioni economiche del gruppo Rusconi e come editorialista del Giornale di Idro Montanelli, ritornai alla Rizzoli come vice capo redattore del Corriere della Sera, con l’incarico di organizzare il nuovo settimanale economico. Il progetto però non decollava e così nel 1987 lascia il Corriere per realizzare un mio progetto: un settimanale economico per il Mezzogiorno, con l’appoggio del gruppo Class di Paolo Panerai e la partecipazione di Paola Debenedetti che era divenuta la mia compagna dopo che con Myriam ci eravamo lasciati nel 1983 e che è la madre del mio secondo figlio Tommaso nato nel 1986. Oltre al figliolo e al Giornale, con Paola condividemmo anche l’amore per la barca a vela e pubblichiamo insieme un libro, “Le 100 imprese dove si lavora meglio in Italia”. Capitale sud però non ebbe successo e come tutte le iniziative legate all’intervento straordinario nel Mezzogiorno dovete chiudere nel 1994. Lo stress di quella crisi contribuì certamente al logoramento del mio rapporto con Paola che ci portò alla separazione del 1997.

Nel frattempo avevo accettato l’offerta di Alberto Zuliani, presidente dell’Istituto nazionale di statistica, di entrare all’Istat come consulente per la comunicazione, fino a quando nel 1998 il mio incarico fu formalizzato come responsabile dell’ufficio stampa e assistente del presidente per l’immagine dell’Istituto. Un periodo tra i più belli della mia vita di lavoro, perché all’Istat c’era molto da fare per adeguare la comunicazione ai nuovi standard della statistica ufficiale, anche con la creazione del nuovo sito, sempre con l’appoggio di Zuliani favorevole a innovazioni coraggiose.

Questa esperienza terminò nel 1999, quando andai in pensione e fondai la Odisseus communication, una piccola società di comunicazione che lavorò prevalentemente per gli enti pubblici, dal Cnel al ministero dell’Industria, da Italia Lavoro all’Inail, ma anche per la Banca mondiale con consulenze agli istituti di statistica della Tanzania e del Botswana.

Nel 2008 chiusi la società i cui compiti erano diventati meno interessanti e ripetitivi, e mi concentrai sulla scrittura di libri. Innanzitutto ripresi in mano un vecchio progetto: riaprire le casse di documentazione che mi ero portato dall’Eni: niente di segreto ma centinaia di ritagli che ripercorrevano lo scandalo Eni – Petromin, per ricostruire quella storia che si era conclusa con la ingiusta defenestrazione di Mazzanti dalla presidenza dell’ente. Ritrovai Mazzanti dopo quasi trent’anni e fu l’inizio di un’amicizia durata fino alla sua morte. Ho anche raccolto anche una sua lunga intervista sulla sua vita, con il racconto dei tempi in cui lavorava con il Premio Nobel Natta, che è stata pubblicata in un volume sullla storia delle chimica italiana a cura della fondazione Guido Donegani per l’Accademia dei lincei.

Per la mia ricerca sull’Eni – Petromin intervistai anche Francesco Cossiga che all’epoca dello scandalo era presidente del Consiglio. Nacque così il volume “L’intrigo Saudita-la strana storia dello scandalo Eni Petromino”. Con Mazzanti lo presentammo a Roma e a Milano, ottenendo anche da personaggi che all’epoca avevano osteggiato Mazzanti come Giorgio La Malfa e da storici come Paolo Mieli il riconoscimento che il libro ne dimostrava la piena innocenza.

Continuando a coltivare il mio interesse per i rapporti tra statistica e politica, nel 2010 pubblicai “I numeri della felicità” che raccontava il lavoro intrapreso a livello mondiale per superare il Pil, prodotto interno lordo, con nuovi indicatori di benessere collettivo. Da questo libro, d’accordo con Ferruccio De Bortoli che all’epoca dirigeva il Corriere della Sera, nacque il mio blog “Numerus” sul sito del Corriere.

In quegli anni cominciai anche a occuparmi di temi globali con articoli per la rivista East diretta da Vittorio Borelli. Nel 2012 con Gianluca Comin, pubblichiamo il libro 22030 la tempesta perfetta – Come sopravvivere alla grande crisi” che presentammo in numerosi dibattiti.

Nel 2016, quando Enrico Giovannini creò l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, assunsi la responsabilità della redazione e comincia a scrivere gli editoriali della newsletter settimanale dell’Alleanza. Ancora con Giovannini e con la photo editor Manuela Fugenzi, nel 2019 abbiamo pubblicato con Laterza “Un mondo sostenibile in 100 foto“, Che in 100 schede accompagnate da belle foto fa il punto sui temi della sostenibilità con un linguaggio destinato soprattutto agli studenti delle secondarie superiori.

Quando nel 2000 con Giovannini creiamo il sito futuranetwork.eu per indagare sul futuro anche al di là delle scadenze dell’agenda 2030 dell’ONU che caratterizzava gli impegni dell’A pregolleanza, ne divenne responsabile, incarico che mantengo tuttora, anche se ho ceduto con piacere a Flavia Belladonna la responsabilità della Redazione di ASviS.

Mi sono anche occupato di “womenomics” per conto dell’allora Ministro per l’Europa Emma Bonino, contribuendo nel 2007 alla pubblicazione della “Nota aggiuntiva” al Rapporto Lisbona sull’occupazione femminile in Italia. Sono iscritto da molti anni alla galassia radicale, anche se non posso definirmi un militante.

Che altro dire? Come ho già raccontato, ho due figli E una serena: famiglia allargata”. Completa la cerchia dei miei affetti una bassottina di nome Brigitte.

.Aggiornato il 14 ottobre 2024