Non stiamo parlando di un futuro remoto, ma di un mondo che è già dietro l’angolo. Nel 2050 i leader che dovranno affrontare i problemi di una Terra sovrappopolata ed esausta non saranno i nostri bisnipoti, ma i nostri figli. E almeno metà dell’attuale popolazione mondiale sarà ancora in vita. E’ questo l’argomento di un dossier che ho preparato per la rivista East e che per gentile concessione dell’editore è accessibile da oggi su questo sito. Il dossier comprende anche un’intervista al demografo Antonio Golini, un colloquio col presidente dell’Istat Enrico Giovannini, la traduzione del Rapporto “La tempesta perfetta del 2030” del Population Institute di Washington sulla base delle previsioni del
capo dei consulenti scientifici del governo britannico John Beddington, e un dibattito tra esperti: il vero problema è il boom demografico o l’eccesso di consumi del mondo industrializzato?
L’evoluzione dei problemi ambientali e sociali da una parte, delle opportunità tecnologiche dall’altra, è talmente rapida che è pressoché impossibile immaginarsi il futuro da qui a 40 anni. C’è però un campo nel quale le previsioni sono già oggi credibili: la demografia. I tassi di fecondità nel mondo cambiano molto lentamente e gli effetti sono spalmati nell’arco di molti anni. Se mettiamo da parte ipotesi catastrofiche come asteroidi e pandemie, possiamo prevedere con ragionevole approssimazione “i numeri dell’umanità” da qui al 2050.
Già, quanti saremo? L’Onu aggiorna ogni due anni le sue proiezioni. “Considerando che i livelli di fecondità continuano a ridursi” è scritto nell’ultimo rapporto che risale al 2008, “si prevede che la popolazione mondiale arriverà a 9,1 miliardi nel 2050, sulla base dell’ipotesi di crescita intermedia”. E dopo? Mentre i demografi sono sostanzialmente concordi sull’aumento di popolazione nella prima metà del secolo, le ipotesi successive sono più incerte, perché molti paesi saranno vicini o al disotto del limite di mantenimento della popolazione che è pari a 2,1 figli per donna. L’umanità insomma dovrebbe stabilizzarsi: sembra improbabile che possa superare i dieci miliardi di individui.
Gli abitanti del 2050 saranno distribuiti in modo assai diverso da oggi: “gran parte dei 2,3 miliardi di individui aggiuntivi andrà a ingrossare la popolazione dei Paesi in via di sviluppo, che passerà da 5,6 miliardi nel 2009 a 7,9 miliardi nel 2050”, scrive l’Onu. “La crescita più forte, 2,3% l’anno, si avrà nei 49 paesi meno sviluppati. Anche se il tasso d’incremento si attenuerà in modo considerevole nei prossimi decenni, si prevede che la popolazione dei paesi più poveri raddoppierà, passando da 0,84 miliardi del 2009 a 1,7 miliardi nel 2050”.
Bastano queste poche cifre per capire che siamo di fronte a una grande sfida: come far convivere non solo la popolazione attuale, ma almeno due miliardi di persone in più, su un pianeta che si sta surriscaldando, nel quale la gente vuole vivere meglio e consumare di più. Ma i problemi arriveranno ben prima del 2050: autorevoli scienziati prevedono che i nodi verranno al pettine entro il 2030, con una situazione pressoché insostenibile per la civiltà come la conosciamo. Possiamo cambiare? E’ difficile, ma sarebbe il caso di porre anche in Italia questo tema all’ordine del giorno del dibattito politico. Del resto tutti i nostri politici dicono di parlare di futuro e fanno fondazioni per scrutare quello che ci aspetta…
Ecco i testi del dossier che ho preparato per il n. 32 di East, bimestrale che esce in italiano e in inglese:
-In italiano:
pagg. 44-51: Copertina (Flussi e riflussi nella società globalizzata) – Sfida alla terra da nove miliardi
pagg. 52-55: Intervista al presidente dell’Istat Enrico Giovannini: “Abbiamo bisogno di una nuova teoria della rivoluzione”
pagg. 56-59: Intervista al demografo Antonio Golini: “Sarà uno tsunami di flussi migratori”
pagg. 60-69: 2030, lo scenario della “tempesta perfetta”
pagg. 70-75: Dibattito tra Fred Pearce e Robert J. Walker: “troppi consumi o troppe bocche?”
E’ disponibile anche la versione dei Pdf in inglese.:
pag: 45: Cover
pag: 46-55: “Nine billion challenges” and interview with Enrico Giovannini
pag:56-59: “Interview with Giuseppe Golini
pag: 60-69: “The perfect storm” scenario
pag 70-75: Debate between Fred Pearce and Robert Walker: “Too much eating or too many mouths?”