La società del lavoro impalpabile

La “quantità di lavoro” impiegata da un sistema economico è un insieme determinato? La domanda è tutt’altro che teorica. L’Istat per esempio ci dice che l’Italia per fare il suo Prodotto interno lordo, compresa la ricchezza creata dall’economia sommersa, ha bisogno di circa 25 milioni di “unità di lavoro”, cioè di persone che lavorano a tempo pieno.
Che cosa cambia se questa “quantità di lavoro” è fornita secondo mix differenti? Per esempio con più anziani e meno giovani, o con un maggior apporto delle donne alle attività produttive? E’ vero che, come pensano molti politici, il lavoro che si dà agli uni viene tolto agli altri? Che se per esempio si ritarda l’età pensionabile si rinvia l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro?