Primi siluramenti in Cina nel nome della felicità

L’annuncio del premier cinese Wen Jiabao alla vigilia del congresso del Partito comunista, di voler trasformare la Cina da società “armoniosa” (questo era il precedente obiettivo, non sempre raggiunto), in società “felice”, ha stimolato molte riflessioni, come ha riportato il Corriere del 4 marzo, con un commento dello storico Giovanni Belardelli.

Non si tratta solo di uno slogan congressuale. In realtà la Cina sperimentava da tempo, in alcune province, degli “indici della felicità”; ora sta cominciando anche a trarne conclusioni politiche.

Quel “7più” degli italiani: ciò che l’Istat ci dice e quello che manca

La stampa non ha accolto bene l’ultima indagine dell’Istat sulla soddisfazione dei cittadini per le condizioni di vita: poche righe sui giornali maggiori, un po’ più di spazio sul Giornale che comprensibilmente ha colto alcuni spunti per sottolineare che la gente in Italia non sta poi così male, attenzione, soprattutto sul Messaggero, alla polemica delle associazioni dei consumatori che si sono chieste “in quale remoto Paese l’Istat abbia condotto la sua indagine sulla soddisfazione delle famiglie circa la propria condizione economica”.

Eppure la rilevazione conteneva importanti elementi di novità,

Teniamoci il Pil, ma ricordiamoci che non basta…

Il dibattito sul cosiddetto “superamento del Pil” rischia di cadere nelle trappole dei preconcetti culturali ed ideologici. Da una parte i gruppi anticapitalisti che vedono l’origine dei mali della società moderna nella misura del progresso basata sul prodotto interno lordo; dall’altra i cultori di economia e gli operatori che faticano ad immaginarsi parametri più adeguati per il ventunesimo secolo.

Non sfugge a questi rischi il commento di Alberto Alesina: “Aridatece il vecchio Pil, tanti difetti, ma utilissimo”, pubblicato dal Sole 24 Ore del 15 dicembre. Alesina insegna ad Harvard, è un economista di grande prestigio, autore di proposte coraggiose e innovative per riformare la società italiana, ma in questo caso, a mio avviso, si è fatto prendere la mano da un certo schematismo.