2008: un po’ d’ottimismo, nonostante il degrado

Nessuno che sia in buona fede può negare che il Paese stia vivendo una fase di declino. Lo dicono le statistiche sul Prodotto interno lordo pro capite, sempre più in basso rispetto alla media europea, e molti indicatori sulla qualità dei servizi pubblici. Persino il Censis, che col suo ultimo rapporto ha voluto opporsi al declinismo, è stato costretto ad affidare le sue speranze a minoranze che emergono dalla poltiglia nella quale si è disfatto il Paese. Mi sembra anche innegabile che il declino rischi di trasformarsi in degrado, ma il realismo sullo stato del Paese non significa dare per scontato o crogiolarsi nel fatto che il Paese va alla malora. Bene ha fatto, dunque, il Sole 24 Ore a improntare all’ottimismo i suoi articoli di fine anno.

Viva la democrazia! Sì, ma quale?

Come c’immaginiamo la democrazia nel 21° secolo? Certamente la gente non si accontenta più di esprimere la propria partecipazione alle scelte collettive attraverso un voto ogni quattro o cinque anni. D’altra parte la democrazia diretta, oggi tecnicamente possibile grazie alla rete, sarebbe un disastro perché gran parte dei cittadini non sono e non vogliono essere adeguatamente informati. E allora? Sono in corso esperimenti interessanti di “democrazia per sorteggio” (un gruppo di cittadini viene informato adeguatamente per decidere: come nel caso dei giudici popolari) e nel frattempo si affermano altre forme di pseudo democrazia mediate dalla televisione, da internet, dalle primarie… Forse l’unica parziale risposta consiste nel moltiplicarsi delle organizzazioni dal basso che offrano ai cittadini una risposta alla voglia di partecipare e di discutere che un tempo si esprimeva attraverso i partiti. E nel taglio dei livelli di politica professionale: perché retribuire i consiglieri municipali, comunali o provinciali?

Mi chiamo Speroni, mio nonno era mugnaio sull’Olona, però…

Alcuni commenti al mio precedente post che ho ricevuto sul blog e a voce m’inducono a una precisazione. Anche se la mia famiglia proviene dal cuore della Lombardia, anche se porto lo stesso cognome dell’eurodeputato Francesco, ex segretario di Umberto Bossi, non sono a favore della divisione del Nord dal resto del Paese. Ho solo cercato di descrivere i rischi che il Paese sta correndo e mi sembra che l’escalation dei toni sul tema della secessione giustifichi la mia preoccupazione. Ma chi legge articoli sullo schermo anziché su carta troppo spesso giudica in modo frettoloso. Oggi sul web si usa una lettura “impressionistica”; difficilmente ci si ferma a leggere fino in fondo un articolo, e comunque lo si fa così in fretta che non se ne colgono tutte le implicazioni.

I precari? Sono la maggioranza dei lavoratori

E’ difficile, per un professore universitario, discutere con un comico. Pietro Ichino ha contestato le affermazioni di Beppe Grillo sulla legge Biagi e lo ha sfidato a un confronto pubblico. Grillo sul suo sito lo ha invitato a incontrarlo a Bologna l’8 settembre, quando il comico e i suoi amici terranno il “vaf… day” contro i politici. La proposta non è particolarmente generosa: