Come c’immaginiamo la democrazia nel 21° secolo? Certamente la gente non si accontenta più di esprimere la propria partecipazione alle scelte collettive attraverso un voto ogni quattro o cinque anni. D’altra parte la democrazia diretta, oggi tecnicamente possibile grazie alla rete, sarebbe un disastro perché gran parte dei cittadini non sono e non vogliono essere adeguatamente informati. E allora? Sono in corso esperimenti interessanti di “democrazia per sorteggio” (un gruppo di cittadini viene informato adeguatamente per decidere: come nel caso dei giudici popolari) e nel frattempo si affermano altre forme di pseudo democrazia mediate dalla televisione, da internet, dalle primarie… Forse l’unica parziale risposta consiste nel moltiplicarsi delle organizzazioni dal basso che offrano ai cittadini una risposta alla voglia di partecipare e di discutere che un tempo si esprimeva attraverso i partiti. E nel taglio dei livelli di politica professionale: perché retribuire i consiglieri municipali, comunali o provinciali?