Sabato mattina, alla Costituente Socialista…

I giornali non hanno dato conto dell’entusiasmo che si respirava alla Costituente Socialista. L’Auditorium della tecnica era strapieno, moltissimi i giovani, interessanti le proposte nelle assise che si sono definite come “le primarie delle idee”. Ecco cinque aspetti che ho apprezzato particolarmente. Il simbolo, con il coraggio di dare l’addio al garofano craxiano per adottare la rosa sul cerchio stellato del Partito Socialista Europeo. La capacità di cercare un punto di contatto costruttivo con uomini e storie diverse, anche al di là della diaspora socialista. La compostezza lucida di Boselli. Il discorso del presidente dei socialisti europei Rasmussen, che ha declinato senza imbarazzi il tema della flexicurity. La stella polare di un convinto laicismo, che pone comunque i socialisti a fianco di Pannella e della Bonino. Insomma, anche se ho subito in prima persona qualche prepotenza dei socialisti della Prima repubblica, credo che oggi si possa puntare sul nuovo partito.

Ladri di nomi a sinistra

L’uso del termine “sinistra radicale” confonde le idee alla gente, ma si sta diffondendo. C’è da chiedersi se non si tratti di un disegno deliberato. La “sinistra radicale” comprenderebbe l’ala dei Ds che non vuole entrare nel futuro partito unico con la Margherita, i Verdi, i Comunisti italiani, Rifondazione comunista. Ha protestato giustamente un radicale vero, e cioè Marco Cappato (presidente dell’Associazione Luca Coscioni), ospite del Tg della 7, lunedì 5: “Ma perché non li chiamate col loro nome? Sono la sinistra comunista”.

Troppi Andrea D’Ambra: la Rete va in tilt

Ho commesso un errore. Andrea d’Ambra mi ringrazia del mio commento sulla sua iniziativa “Aboliamoli” per la cancellazione del prelievo fisso sulla ricarica dei cellulari, ma mi segnala che non è lui “l’enologo ischitano”, come io avevo scritto. E’ sì di Ischia (nell’isola di D’Ambra ce ne sono molti), ma quello che produce vino è un suo omonimo.

Val la pena di fermarsi un attimo a riflettere. Quali erano le mie fonti?

Tiziano e Oriana, maestri di libertÃ

Difficile immaginare due persone più diverse di Tiziano Terzani e Oriana Fallaci. Spesso sostennero tesi diametralmente opposte; dopo l’11 settembre si scontrarono in una polemica diretta. La Fallaci era convinta che l’Occidente sottovalutasse la minaccia del fascismo islamico e per denunciare questo pericolo usò un tono apocalittico e spesso insultante. Terzani, riconoscendo gli errori dell’ideologia comunista che aveva abbracciato da giovane, ma sempre più deluso dalla civiltà occidentale e dai cambiamenti indotti dalla globalizzazione nell’Asia da lui tanto amata, rifiutò i metodi della politica e abbracciò una non violenza intransigente, che lo portò addirittura a negare l’utilità della guerra di resistenza a Hitler, come confidò al figlio Folco nel libro colloquio “La fine è il mio inizio”.

Eppure nella loro storia ci sono molti punti in comune.