I nostri ideali, dalla Resistenza all’Agenda 2030 per un mondo migliore

Ogni anno sul Monte Gottero, nell’Appennino tra Liguria, Toscana ed Emilia, si ricorda un episodio della guerra partigiana. Col passare del tempo, gli organizzatori hanno deciso di non parlare solo di Resistenza ma di guardare avanti. E così mi hanno invitato per conto dell’ASviS a parlare di sviluppo sostenibile. L’incontro si è svolto domenica 30 luglio, alla presenza di un centinaio di persone, compresi alcuni superstiti di quelle battaglie e dei sindaci dei Comuni vicini al Gòttero. Abbiamo ricordato i Caduti, cantato Bella Ciao, pranzato tutti insieme in un panorama stupendo oltre i mille metri. È stata una bellissima giornata e ho vissuto un’esperienza straordinaria. Ecco il testo del mio intervento.

La vecchiaia ai tempi del conflitto

Le ragazze gentili (i maschi quasi mai) hanno cominciato ad alzarsi per cedermi il posto sui mezzi pubblici. Nella mia più recente traversata a vela, dalle Baleari alla Sardegna, mi sono reso conto che non ho più l’agilità di un tempo. Inizio il nuovo anno con un pezzo di ricambio: il cristallino dell’occhio sinistro, e il destro seguirà a ruota. Insomma sto invecchiando. Bene, direi, per i miei 73 anni, ma il tempo passa.

Nel frattempo il Pianeta diventa sempre più complicato, la “tempesta perfetta” che abbiamo annunciato nel libro scritto quattro anni fa con Gianluca Comin si è già scatenata, trasformandosi nella “guerra mondiale a pezzi” di cui parla papa Francesco. Un conflitto con molti fronti: fanatismo, esodo biblico delle popolazioni, preoccupanti prospettive demografiche, povertà, inaridimento di intere zone del Pianeta…

Come possiamo salvarci se non crediamo nel futuro?

Come andrà a finire? Che cosa succederà all’Italia, all’Europa, al Mondo nei prossimi dieci anni? Avevo posto questa domanda su Numerus, il mio blog sul sito del Corriere della Sera, ho provato a porla in un incontro pubblico, poi ieri l’ho riproposta su Facebook.

Ho sintetizzato le ipotesi per il nostro futuro a dieci anni in tre domande, che servono a comporre otto scenari. Ecco le domande, alle quali si deve rispondere indicando la percentuale di esito positivo.

A) nel Mondo, la tendenza verso una progressiva ingovernabilità dei fenomeni globali verrà corretta dagli accordi tra gli Stati?
B) L’Europa riuscirà a darsi forme di governo più efficienti che consentano a questo continente di affrontare adeguatamente le sfide del futuro?
C) L’Italia riuscirà a correggere i suoi mali collettivi e a diventare un Paese più unito, più onesto e più giusto, tutelando il benessere collettivo?

La e-Democracy possibile: iniziamo la pubblicazione

“I computer e la rete hanno cambiato profondamente i meccanismi di decisione democratica. È sempre più evidente che la scelta di delegare qualcuno a rappresentarci ogni quattro, cinque o sette anni non esaurisce più il bisogno di partecipare alle scelte pubbliche”. Comincia così la presentazione del libro “La e-Democracy possibile” scritto da mio figlio Pietro Speroni di Fenizio con la mia collaborazione. Il lavoro affronta il tema del raggiungimento del consenso attraverso l’uso delle nuove tecnologie: uno degli aspetti fondamentali, anche se certamente non l’unico, di una nuova teoria della democrazia. Abbiamo scelto di pubblicare man mano i capitoli, invitando chi è interessato a commentarli per consentire modifiche e integrazioni.

2014: facciamo il punto sul mio interminabile viaggio

Un anno  fa, sull’onda dei dibattiti stimolati dal libro “2030 La tempesta perfetta – Come sopravvivere alla grande crisi”, scritto con Gianluca Comin e pubblicato nel 2012 da Rizzoli, avevo elencato dieci questioni che mi ripromettevo di approfondire in un immaginario viaggio per esplorare il futuro. Il viaggio ovviamente non è finito, né mai lo potrà essere. Però è giunta l’ora di compilare un primo rapporto che non risponde completamente alle dieci domande, ma fornisce elementi aggiornati e in parte le riformula. Siamo sempre più preoccupati per la distruzione del lavoro e per le diseguaglianze indotte dalla tecnologia, non riusciamo a esprimere una politica globale in materia demografica e ambientale, ma in tutto il Pianeta si rafforzano le spinte dal basso verso valori comuni e si prospettano nuove forme di democrazia con il contributo della Rete.

Oggi possiamo trasformare in realtà la canzone di John Lennon

È tempo di passare dai sogni all’azione. Nel mondo ci sono centinaia di milioni di persone, forse miliardi, che hanno valori comuni e la Rete aiuta a metterli in relazione. In futuro questi legami saranno ancora più forti: il sogno di un movimento transnazionale globale che incida davvero sui comportamenti dei governi e delle organizzazioni regionali e mondiali può diventare realtà. Ne abbiamo bisogno perché il Pianeta è al collasso. Proviamo a enunciare i punti fondanti di una possibile “Agenda Mondo”: diritti delle donne, difesa delle libertà individuali e lotta agli integralismi, sostenibilità ambientale, rinnovamento del capitalismo per far fronte ai crescenti squilibri sociali, un codice etico sulle integrazioni uomo macchina. E tanto altro ancora.

2013: mi metto in viaggio e cercherò di raccontarvi…

Il libro “2030 La tempesta perfetta”, che ho scritto per Rizzoli con Gianluca Comin, ha avuto una buona accoglienza. È un testo che cerca di delineare i possibili scenari per i prossimi vent’anni e tocca temi che spaziano dalla demografia all’ambiente, dalla politica all’economia, con grande attenzione anche ai comportamenti dei consumatori e al ruolo della comunicazione. Quasi un anno dopo l’uscita del libro, nel corso di un incontro alla Sapienza insieme a  Gianluca e su invito del direttore del Dipartimento di management Alberto Pastore, ho cercato di presentare una sorta di bollettino meteorologico sull’avvicinarsi delle nubi che minacciano il nostro mondo. Potete vedere il powerpoint presentato in quell’incontro. Fotografa alcuni aspetti dei problemi descritti nel libro che si sono resi più evidenti nel corso dell’anno: i fenomeni meteorologici estremi e le preoccupazioni per il riscaldamento del Pianeta, la faticosa evoluzione della governance globale che non riesce ad affrontare i problemi dell’umanità in modo efficace, i vivaci dibattiti che si sono aperti su molti punti toccati dal libro. Dibattiti, bisogna dire con onestà, molto più vivi nel resto del mondo e seguiti distrattamente in Italia, nonostante il nostro sforzo di sensibilizzazione: da noi è difficile che l’attenzione pubblica spazi oltre le prossime elezioni e la crisi economica attuale. Crisi certamente importante, ma che andrebbe anch’essa inquadrata in un contesto di cambiamenti strutturali.  
E adesso? 

La “tempesta perfetta” potrebbe arrivare anche prima del 2030: cominciamo a pensarci

È ormai in circolazione da quasi un mese il libro che ho scritto con Gianluca Comin: 2030 La tempesta perfetta – Come sopravvivere alla Grande Crisi. L’accoglienza è stata ottima, com’è testimoniato dalle numerosissime recensioni. Mi sembra giunto il momento di tracciare un primo bilancio, anche perché Gianluca e io abbiamo fatto questo lavoro per stimolare il dibattito in Italia su temi importanti, sistematicamente accantonati di fronte alle emergenze. Vorrei sottolineare tre cose: le caratteristiche temporali del nostro discorso, la natura delle sfide che abbiamo di fronte e i ritardi, soprattutto nel nostro Paese, nell’elaborazione delle risposte.

Amato: dopo la crisi un’Europa più unita, forse senza Londra

Adesso possiamo dirlo: è possibile che l’euro superi la crisi, nonostante le previsioni autorevoli e tecnicamente fondate di un suo tracollo. Ragioniamo sul testo di una mia intervista a Giuliano Amato, nella quale l’ex presidente del Consiglio dimostra capacità di visione politica e delinea il futuro dell’eurozona come nucleo propulsivo dell’integrazione europea. Un futuro che inevitabilmente imporrà una drammatica alternativa agli euroscettici, Gran Bretagna in testa: o accettare le regole comuni o uscire dall’Unione.