Certo il razzismo in USA e quello italiano non sono minimamente paragonabili, visto che noi non abbiamo mai avuto né la schiavitù né il successivo problema dell’integrazione dopo la sua abolizione (con apartheid, annessi e connessi), ma dire che la parola negro nel tuo ’68 non avesse una valenza dispregiativa non mi convince del tutto. Certamente non come in USA (un po’ scontato d’altronde), però certamente usata con paternalismo e inappropriatezza, visto che in italiano il colore è il nero, non il negro (l’uso di razza negra è un termine antiquato coniato probabilmente nell’800 e usato anche in prospettiva economico-geografico-antropologica da gente che riteneva la razza bianca superiore) e che il bianco è bianco e non è mai stato branco, come forse, facendo notare lo slittamento verso il concetto di ‘gruppo bestiale’, sarebbe forse risultato più appropriato per caratterizzare certe persone; magari non per chi organizzava gruppi di integrazione come voi ma certamente per quella parte di cultura tradizionale paternalista e profondamente razzista che purtroppo scorre nelle teste di tanti e tanti italiani, sangue vecchio e nuovo, anche inconsapevolmente. Purtroppo ancora oggi, dove finalmente ci sono persone che riconoscono il valore di culture/persone differenti dall’occidentale senza ritenerle inferiori o più primitive a livello evolutivo, ci sarà qualcuno che leggendo il tuo blog troverà una giustificazione all’uso della parola ‘negro’, senza rendersi conto, che se nel ’68 voi credevate che fosse priva di qualunque giudizio negativo, oggi non è proprio più così.
Certo il razzismo in USA e quello italiano non sono minimamente paragonabili, visto che noi non abbiamo mai avuto né la schiavitù né il successivo problema dell’integrazione dopo la sua abolizione (con apartheid, annessi e connessi), ma dire che la parola negro nel tuo ’68 non avesse una valenza dispregiativa non mi convince del tutto. Certamente non come in USA (un po’ scontato d’altronde), però certamente usata con paternalismo e inappropriatezza, visto che in italiano il colore è il nero, non il negro (l’uso di razza negra è un termine antiquato coniato probabilmente nell’800 e usato anche in prospettiva economico-geografico-antropologica da gente che riteneva la razza bianca superiore) e che il bianco è bianco e non è mai stato branco, come forse, facendo notare lo slittamento verso il concetto di ‘gruppo bestiale’, sarebbe forse risultato più appropriato per caratterizzare certe persone; magari non per chi organizzava gruppi di integrazione come voi ma certamente per quella parte di cultura tradizionale paternalista e profondamente razzista che purtroppo scorre nelle teste di tanti e tanti italiani, sangue vecchio e nuovo, anche inconsapevolmente. Purtroppo ancora oggi, dove finalmente ci sono persone che riconoscono il valore di culture/persone differenti dall’occidentale senza ritenerle inferiori o più primitive a livello evolutivo, ci sarà qualcuno che leggendo il tuo blog troverà una giustificazione all’uso della parola ‘negro’, senza rendersi conto, che se nel ’68 voi credevate che fosse priva di qualunque giudizio negativo, oggi non è proprio più così.