Tre anni dopo…
“Women are now the most powerful engine of global growth”, says The Economist. Womenomics are getting more and more important, and Italy is among the European countries where the female employment rate is lower. I had the occasion to work on this topic with a group who has been in charge of preparing the official “Nota Aggiuntiva” on “women, innovation and development”. This document is a specific annex which Minister Emma Bonino this year attached to the Lisbona Report presented to the European Commission, in order to underline the need of a “faster pace” in fostering the quantity and quality of women’s employment. After this interesting experience I wrote an essay in Italian and English for East, Europe and Asia Strategies.
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dal 2007 ad oggi cosa è successo?
C’è un gran da farsi negli USA e in vari paesi europei. In Italia ci aggiriamo sempre attorno ai stessi problemi (assenza di meritocrazia, niente servizi elementari per assicurare la conciliazione lavoro-famiglia, media che riproducono sempre gli stessi stereotipi) e non ne usciamo fuori.
cosa si può fare?
Serena Romano
Credo sarebbe assolutamente necessario interrogarsi sul “lavoro di cura” che grava sulle donne. Non è solo una questione di energie fisiche e del tempo sottratto all’attività lavorativa; è anche una questione di liberare le energie mentali delle donne. Se il lavoro di cura, l’organizzazione della “buona” vita di tutti, non dipenderà più solo dalle donne e, soprattutto, le donne non sentiranno più il lavoro di cura come un loro dovere, potranno liberare le loro ambizioni, i loro desideri e la loro progettualità. Noi ne parleremo a Paestum il 5, 6 e 7 ottobre 2012. Certo è un post che arriva un po’ in ritardo rispetto alla data del tuo articolo ma… meglio tardi che mai. Non trovi? Per Serena: l’argomento ti interessa? Che ne pensi? E tu Donato?