Tre anni dopo…
Italy like Belgium? In a recent comment on the Belgian crisis, The Economist wrote: “Sometimes it is right for a country to recognize that a job is done”. States are changing all over Europe, and secessions are not necessarily traumatic as they used to be. See Czechoslovakia. In Italy the North and the South are more and more apart, so a “divorce” becomes possible, even if it’s frightening for most of the population.
Related posts
Ciao Donato
riporto il mio commento già inviato in privato, anche se nel frattempo hai addolcito i toni
attenzione perchè un pubbligo meno accorto potrebbe prenderti per un fautore di bossi
ma come, qui aumentano di giorno in goirno le bandiere belghe alle finestre (qui a Bruxelles), e tu inciti un federalismo in Italia?
ti assicuro che milanesi e palermitani hanno comunque molte più cose in comune di fiamminghi e walloni
cio’ detto, mi piacerebbe un tuo pezzo sul caso Stasi
parliamone, di questa ennesima farsa mediatica, dopo il consueto omicidio di ferragosto….
ciao
Cristina
Cara Cristina, grazie per aver riportato tu il commento che mi avevi già espresso a voce, perché in questi giorni non riesco ad aggiornare il blog con la frequenza che vorrei mantenere. Nel merito, risponderò spero oggi stesso con un post.
Sul caso Stasi, perché non fai tu un post? Ne sai certamente molto di più e sarò felice di pubblicarlo qui ed eventualmente su Terza Repubblica.
caro Donato
Grazie per la risposta. In realtà mi interessa la tua opinione sull’aspetto “mediatizzazione” del caso Stasi, non tanto sul fondo, sul quale non mi permetterei mai di dare un giudizio.
è già tanto difficile farsi un’opinione in un caso che si segue in prima persona, figurarsi sul classico omicidio estivo, inquinato dall’eco mediatica e dai commenti di pseudi-criminologi ed esperti.
un bacio
Cristina
RISPOSTA:’hai detto: mi sembra unn classico omicidio estivo, inquinato dall’eco mediatica e dai commenti di pseudi-criminologi ed esperti. Non sappiamo chi è stato. Ma il ragazzo risulta antipatico, come ho letto da qualche parte, perché è bocconiano, freddo, riservato e non si lamenta. Quindi è colpevole di fronte al tribunale dei telespettatori.
In realtà l’italia è sempre stata divisa e sempre lo sarà.
E’ composta da popoli diversi, con storie diverse e che, anche oggi, non hanno obiettivi culturali, economici e di sviluppo comuni.
Prima ne prendiamo atto, meglio è per tutti.
Un’altra forma di stato aiuterebbe ad espremere meglio ogni regione o area.
L’attuale forma di amministrazione dello stato è mantenuta tale solo per garantire l’assistenzialismo al Sud senza il quale affosserebbe (per qualche anno).
Sono certo che in assenza di denaro garantito, il Sud saprebbe reggersi sulle proprie gambe nel giro di un decennio o poco più.
Io credo che la secessione sia una forma di indennizzo,sia per il nord che per il sud, per quella tragedia che fu l’unificazione d’italia.
Credo che il nord sia disposto ad accollarsi tutto il debito pubblico italiano pur di andarsene e raggiungere la liberta’ e che il sud possa diventare maggiorenne quanto prima: quando necessita’ impone ci si ingegna per crescere.
Speriamo che questo accada ma temo che non accadra’ mai. I settentrionali si muovono solo se fanno la fame e non siamo ancora a questo punto e francamente non vorrei neanche arrivarci.
Il problema è che i primi a non meritarsi la Padania sono proprio i padani, gente senz’anima, solo soldi e lavoro.
Rispetto invece per i meridionali che hanno trovato nel nord l’america (impieghi pubblici ed emigrazione al nord senza troppi disagi) e hanno saputo sfruttare tutto cio’ a loro favore. Pero’ si è tirato troppo la corda e se si svegliano i …bergamaschi.
salutissimi
Risposta. Limito il commento a un punto: il debito pubblico. Per quanto operosi ed efficienti possiamo immaginare che siano i settentrionali, non credo che si possano accollare un debito pubblico che diventerebbe (calcolo a spanne) almeno il 150% del loro Pil. Non dimentichiamo che il debito ha un costo in termini di tassi d’interesse. Se i tassi dovessero salire, per il Nord da solo diventerebbe un onere da bancarotta. Ma quello del debito è solo uno degli innumerevoli problemi che si creerebbero con la secessione.
viva la secessione
Gli amici legoidi si mettano il cuore in pace, perchè la situazione del Belgio è totalmente diversa da quella dell’Italia: lì ci sono realtà relativamente molto diverse, non come in Italia dove si parla la stessa lingua e dove solo una piccola minoranza della popolazione (appunto i leghisti) crede alle fesserie dei popoli diversi e della “Padania”.
Salve Art,
Prima di entrare nel merito della questione, gradirei informarla su alcuni errori di sintassi e ortografici da lei commessi:
-) lei usa due termini per identificare un gruppo di persone (legoidi e leghisti): cosi’ facendo commette una contraddizione .
-) dire “relativamente molto diversi” è un’altra contraddizione di termini.
Posso darle un consiglio? Prima di ritenersi un “patriota” italiano, vada a lezione di italiano.
Passiamo ora al merito della questione, ai fatti cioè, e mi conceda un piccolo commento sulle palesi inesattezze da lei affermate:
-)oggigiorno la lingua non è piu’ come in passato un elemento unificante di una comunita’
-)la piccola minoranza di cui parla lei è molto piu’ estesa: in “Padania”, un sondaggio di qualche anno fa evidenziava che il 25% era
favorevole alla secessione, un’altro 30% la giudicava auspicabile.
-) ambire alla secessione della “Padania”, in un momento storico dove i grandi stati nazionali sono in crisi, non è una fesseria perche’
tutti gli studi di statistica (economici,sociali,culturali e financo etnici) evidenziano come l’Italia sia profondamente divisa in due.
Pensare di riparare all’errore di Garibaldi, non è pertanto una fesseria ma un elemento di giustizia.
Passiamo ora al lato “romantico” della questione:
Potrei condividere con lei il sentire che la secessione sia un fatto traumatico e conflittuale (in realta’ non lo penso), tale per cui sia meglio non farla.
Se lei è democratico e accetta il dialogo non avendone paura, non puo’ impedire ad altri di parlarne con sobrieta’ e soprattutto con conoscenza della questione, diversamente da come fa lei coi luoghi comuni, con grossolani errori culturali e con qualche problema con la sua lingua natale.
Saluti
Aristarco Battistini
viva secessione
Update Belgio:
intanto pare che in Belgio ci stiano riuscendo…. altro che 4 gatti integralisti, qui si rischia davvero la secessione!
alla faccia delle bandiere, degli sforzi di Yves Leterme (peraltro molto criticato) e perfino del re (ieri tutti a colloquio da sua maestà).
Tristezza…
ma la situazione qui è talmente diversa da quella italiana
Caro battistini, la vita reale è diversa dalla statistica – vedasi la storia del paniere Istat. In realtà almeno su una cosa siamo profondamente uniti: gli episodi di violenza legati al calcio.
Ieri, da nord a sud, assalti ai commissariati e cassonetti bruciati in onore di un tifoso che da vivo era considerato un avversario e da morto un martire
Che tristezza, di nuovo…..
Cristina
per chi voglia seguire bene la questione Belgio, ecco lo speciale di Euractiv:
http://www.euractiv.com/en/elections/belgium-plunges-unprecedented-political-crisis/article-168225
appunto..il calcio è l’unica cosa che ci tiene insieme.
saluti
Aristarco