Quel “7più” degli italiani: ciò che l’Istat ci dice e quello che manca

La stampa non ha accolto bene l’ultima indagine dell’Istat sulla soddisfazione dei cittadini per le condizioni di vita: poche righe sui giornali maggiori, un po’ più di spazio sul Giornale che comprensibilmente ha colto alcuni spunti per sottolineare che la gente in Italia non sta poi così male, attenzione, soprattutto sul Messaggero, alla polemica delle associazioni dei consumatori che si sono chieste “in quale remoto Paese l’Istat abbia condotto la sua indagine sulla soddisfazione delle famiglie circa la propria condizione economica”.

Eppure la rilevazione conteneva importanti elementi di novità,

Sondaggi: rispettare o cambiare le regole del gioco

L’astrologia non ha basi scientifiche, ma quando vediamo un oroscopo non resistiamo alla tentazione di guardare il nostro segno zodiacale. Succede più o meno la stessa cosa per i sondaggi pubblicati dai giornali: li leggiamo, esaminiamo i grafici, le variazioni magari di zero virgola qualcosa rispetto al passato, ascoltiamo chi li commenta.

Ma i sondaggi sono veramente attendibili? Parliamo ovviamente di quelli che hanno una pretesa di scientificità, basati su un campione d’intervistati selezionato secondo criteri statistici e che dovrebbero di norma descriverci un “universo” costituito dalla popolazione italiana maggiorenne.

Statistiche come e perché

Dice il ministro dell’Economia Giulio Tremonti: “Una volta la politica veniva prima dei numeri, oggi sono i numeri che fanno la politica e la politica è l’arte di adeguarsi ai numeri”. Se è così, si pongono almeno tre interrogativi: perché i numeri sono diventati così importanti, chi decide quali sono i numeri che contano, quanto sono attendibili i processi di elaborazione di questi dati.

L’intrigo, la felicità, i radicali: riassunto di due mesi di silenzio

Non sono stato diligente. E’ da ottobre che non scrivo nulla su questo blog. Tranquillo, direte voi, hai ben pochi lettori; non ci sono frotte di fan in ansia che aspettano un tuo post come se fosse il nuovo Henry Potter o l’ultima trovata di Dan Brown. Ma com’è ben spiegato nel delizioso film Julie e Julia, un blog è innanzitutto un impegno con se stessi. Predichi nel deserto, ma magari un giorno scopri che c’è chi ti ascolta e magari interagisce con te.

Anche se i miei temi non sono così succulenti come le ricette della cucina francese descritte nel blog di Julie, per me sono stati due mesi intensi e interessanti, soprattutto su due fronti: il mio libro l’Intrigo saudita; le attività connesse ai nuovi indici per superare l’attuale Pil, Prodotto interno lordo.

La verità in Italia? E’ come il gioco dell’oca…

Esiste la verità in questo Paese? Molti giornalisti autorevoli ormai ne dubitano. Scrive Ferruccio de Bortoli: “I fatti ormai non sono più separati dalle opinioni, sono al servizio delle opinioni”. E Alberto Statera, recensendo “L’intrigo saudita” ha scritto che questo è un Paese senza più verità.

Nel merito della vicenda Eni Petromin  ho risposto a Statera sul sito che accompagna il mio libro e non starò a ripetermi. Ma vorrei aggiungere una riflessione più generale, in cinque punti.

L’intrigo saudita… visto dal Nebraska

Pubblico questo post dall’aeroporto di Chicago. Domani nelle librerie italiane uscirà il mio libro L’Intrigo saudita, nella collana The Cooper Files. Questa mattina Sergio Rizzo ha anticipato la pubblicazione con un bell’articolo sul Corriere. Lo staff di Banda Larga, la società editoriale che gestisce Cooper (oltre ad altre importanti pubblicazioni come Internazionale e East) è impegnato in queste ore nella promozione del libro. Mi aspetto che il mio lavoro serva ad aprire un dibattito che corregga la memoria storica su un episodio clamoroso della storia italiana di trent’anni fa. E io… che ci faccio in America?

Riflessione sul libro di Martini: quando arriva l’ora di sognare

Nelle sue “Conversazioni notturne a Gerusalemme”, Carlo Maria Martini riprende le parole del profeta Gioele citate anche dall’apostolo Pietro: “I vostri figli e le vostre figlie profeteranno, i vostri giovani avranno visioni e i vostri anziani faranno sogni”. Sono parole importanti anche per un laico come me…

Il paradosso dei consumi e la sobrietà di Napolitano

Tra il bisogno di mantenere gli stessi consumi del passato per ridurre i danni della crisi economica e l’esigenza di cambiare il modello di sviluppo per far fronte alla scarsità di risorse a livello globale c’è un’evidente contraddizione. Nel suo messaggio di fine anno Napolitano ha indicato una strada per trasformare la crisi da pericolo in opportunità, secondo l’indicazione dell’ideogramma cinese, etimologicamente falsa, ma comunque piena di saggezza.

Un progetto per il dopo Berlusconi

La politica, quella vera che risolve i problemi, non è quella dei talk show dove la gente litiga artificiosamente per avere più audience. E’ fatta invece di elaborazioni complesse, sulle quali si deve ricercare il massimo possibile consenso e poi decidere. Prendiamo spunto da due episodi delle cronache politiche di questi giorni: il pensionamento delle donne e l’abolizione delle province. Come in tanti altri casi, si tratta di riforme che non si faranno nel corso di una sola legislatura. Ma proprio per questa ragione è necessario avviare un ragionamento bipartisan con tutti i politici di buona volontà. Articolo pubblicato su Terza Repubblica.