La trappola della democrazia diretta

Immaginate una comunità nella quale tutti sono collegati a internet, padroneggiano il computer e sono in grado di esprimersi sulla rete con libertà. Un’utopia? Non direi, se guardiamo a Paesi diversi dall’Italia, dove è meno grave il “digital divide” che separa gli informatizzati dal resto della popolazione, e se magari proiettiamo il nostro discorso in un futuro da qui a una decina di anni.
Una comunità del genere è, in teoria, nelle condizioni migliori per esprimere nuove forme di democrazia diretta e/o di rappresentanza: può per esempio affidare al voto dei cittadini, di tutti i cittadini, le nuove norme, oppure può consentire che in qualsiasi momento il cittadino con un click cambi il suo voto nell’assemblea elettiva che lo rappresenta, senza bisogno di attendere una scadenza elettorale.

Come nasce la statistica del 21° secolo

Il bimestrale East ha pubblicato il mio lungo articolo in italiano e in inglese sulla Conferenza di Istanbul promossa dall’Ocse nel giugno scorso per migliorare i criteri di misurazione del progresso umano. La Stampa di Torino ha anche cortesemente anticipato alcuni brani del mio lavoro. Il Pil sarà rimpiazzato da un indice di felicità, come in Buthan? Personalmente non lo credo. Però sono convinto che da questa ricerca nascerà la statistica del 21° secolo e che a livello internazionale ne scaturiranno nuovi obiettivi condivisi che sostituiranno gli Obiettivi del Millennio.