Il mio nuovo impegno, con l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile

Non aggiorno spesso questo sito. Scrivo più spesso sul mio blog Numerus sul sito del Corriere della Sera, o magari su altre pubblicazioni, come la rivista Futuri. Ma l’estate anche per me è un momento di consuntivi sull’attività svolta nei mesi precedenti e così sento la necessità di qualche riflessione personale. C’è una cosa che devo spiegare, soprattutto: come mai ho cambiato programma. Un anno fa, con Gianluca Comin, ci preparavamo a scrivere un aggiornamento del nostro libro “2030 – La tempesta perfetta”. Il volume era uscito nel 2012, aveva avuto una buona accoglienza, ma da allora molte cose sono successe, non in senso positivo. Mentre il nostro lavoro partiva dalla previsione di John Beddington, al’epoca capo dei consulenti scientifici del governo inglese, che annunciava una grande crisi “entro” il 2030, in mancanza di una adeguata governance internazionale per gestire economia, migrazioni, clima e altri fattori di crisi sociale e ambientale, gli avvenimenti degli anni più recenti ci hanno messo di fronte a una crisi più imminente, anzi già in corso. La “terza guerra mondiale a pezzi” di cui parla Papa Francesco è uno dei segni di un mondo che ha perso il suo equilibrio, ma ce ne sono anche altri, dall’accentuarsi delle diseguaglianze (l’1% dell’umanità che possiede più del rimanente 99%!) all’ondata inarrestabile dei profughi e dei “migranti economici”, dall’aumento dei fenomeni climatici estremi allo scioglimento accelerato dei ghiacciai.

La vecchiaia ai tempi del conflitto

Le ragazze gentili (i maschi quasi mai) hanno cominciato ad alzarsi per cedermi il posto sui mezzi pubblici. Nella mia più recente traversata a vela, dalle Baleari alla Sardegna, mi sono reso conto che non ho più l’agilità di un tempo. Inizio il nuovo anno con un pezzo di ricambio: il cristallino dell’occhio sinistro, e il destro seguirà a ruota. Insomma sto invecchiando. Bene, direi, per i miei 73 anni, ma il tempo passa.

Nel frattempo il Pianeta diventa sempre più complicato, la “tempesta perfetta” che abbiamo annunciato nel libro scritto quattro anni fa con Gianluca Comin si è già scatenata, trasformandosi nella “guerra mondiale a pezzi” di cui parla papa Francesco. Un conflitto con molti fronti: fanatismo, esodo biblico delle popolazioni, preoccupanti prospettive demografiche, povertà, inaridimento di intere zone del Pianeta…

Come possiamo salvarci se non crediamo nel futuro?

Come andrà a finire? Che cosa succederà all’Italia, all’Europa, al Mondo nei prossimi dieci anni? Avevo posto questa domanda su Numerus, il mio blog sul sito del Corriere della Sera, ho provato a porla in un incontro pubblico, poi ieri l’ho riproposta su Facebook.

Ho sintetizzato le ipotesi per il nostro futuro a dieci anni in tre domande, che servono a comporre otto scenari. Ecco le domande, alle quali si deve rispondere indicando la percentuale di esito positivo.

A) nel Mondo, la tendenza verso una progressiva ingovernabilità dei fenomeni globali verrà corretta dagli accordi tra gli Stati?
B) L’Europa riuscirà a darsi forme di governo più efficienti che consentano a questo continente di affrontare adeguatamente le sfide del futuro?
C) L’Italia riuscirà a correggere i suoi mali collettivi e a diventare un Paese più unito, più onesto e più giusto, tutelando il benessere collettivo?

2014: facciamo il punto sul mio interminabile viaggio

Un anno  fa, sull’onda dei dibattiti stimolati dal libro “2030 La tempesta perfetta – Come sopravvivere alla grande crisi”, scritto con Gianluca Comin e pubblicato nel 2012 da Rizzoli, avevo elencato dieci questioni che mi ripromettevo di approfondire in un immaginario viaggio per esplorare il futuro. Il viaggio ovviamente non è finito, né mai lo potrà essere. Però è giunta l’ora di compilare un primo rapporto che non risponde completamente alle dieci domande, ma fornisce elementi aggiornati e in parte le riformula. Siamo sempre più preoccupati per la distruzione del lavoro e per le diseguaglianze indotte dalla tecnologia, non riusciamo a esprimere una politica globale in materia demografica e ambientale, ma in tutto il Pianeta si rafforzano le spinte dal basso verso valori comuni e si prospettano nuove forme di democrazia con il contributo della Rete.

2013: mi metto in viaggio e cercherò di raccontarvi…

Il libro “2030 La tempesta perfetta”, che ho scritto per Rizzoli con Gianluca Comin, ha avuto una buona accoglienza. È un testo che cerca di delineare i possibili scenari per i prossimi vent’anni e tocca temi che spaziano dalla demografia all’ambiente, dalla politica all’economia, con grande attenzione anche ai comportamenti dei consumatori e al ruolo della comunicazione. Quasi un anno dopo l’uscita del libro, nel corso di un incontro alla Sapienza insieme a  Gianluca e su invito del direttore del Dipartimento di management Alberto Pastore, ho cercato di presentare una sorta di bollettino meteorologico sull’avvicinarsi delle nubi che minacciano il nostro mondo. Potete vedere il powerpoint presentato in quell’incontro. Fotografa alcuni aspetti dei problemi descritti nel libro che si sono resi più evidenti nel corso dell’anno: i fenomeni meteorologici estremi e le preoccupazioni per il riscaldamento del Pianeta, la faticosa evoluzione della governance globale che non riesce ad affrontare i problemi dell’umanità in modo efficace, i vivaci dibattiti che si sono aperti su molti punti toccati dal libro. Dibattiti, bisogna dire con onestà, molto più vivi nel resto del mondo e seguiti distrattamente in Italia, nonostante il nostro sforzo di sensibilizzazione: da noi è difficile che l’attenzione pubblica spazi oltre le prossime elezioni e la crisi economica attuale. Crisi certamente importante, ma che andrebbe anch’essa inquadrata in un contesto di cambiamenti strutturali.  
E adesso?