Discutere di felicità in politica non vuol dire “parlar d’altro” in tempi duri

La misura della felicità collettiva può sostituire la misura della produzione di ricchezza espressa dal Pil, prodotto interno lordo? I parametri di felicità collettiva possono diventare obiettivo di azione politica? Quali indicazioni pratiche possiamo ricavare in Italia dalle esperienze in corso nel mondo? Non pretendo di dare risposte definitive a queste domande, ma ho cercato in questi mesi di esplorare i temi legati alla “politica della felicità”, arrivando a una serie di risposte personali, ma soprattutto cercando di informare e documentare chi come me è interessato a questa ricerca. Di questo ho scritto nel mio blog Numerus sul sito delle Corriere della Sera. Nello stesso blog ho raccontato anche l’esperienza del Bhutan e le vicissitudini del suo Indice di felicità che non ha impedito al governo locale di perdere le elezioni. Di “numeri della felicità” ho parlato anche a un seminario dell’associazione “Da ora in poi. Per la felicità pubblica” che si è svolto a Firenze il 5 ottobre. Ora gli amici dell’associazione promossa da Alessandro Lo Presti hanno messo su YouTube il video della mia presentazione. Nel video sono comprese anche le slide, ma per comodità di chi è interessato le slide in Pdf si possono anche scaricare da qui.

Appunti di navigazione, dalla Croazia all’Elba

Il viaggio è stato lungo: circa 900 miglia nautiche, (quasi 1700 chilometri) e ha richiesto dodici giorni e quattro notti, perché una barca a vela come Phileas, lunga poco più di dieci metri, supera raramente i sei nodi (11 chilometri all’ora) a vela o a motore. Siamo partiti da Marina Kremik, tra Zara e Spalato, il 15 settembre e siamo arrivati a Cavo nell’Elba il 26 settembre. Mi ha accompagnato l’amico Eric Beaumont, un francese che adesso per amore vive nell’entroterra toscano, ma che ha al suo attivo quattro traversate atlantiche in solitario. Scopo del trasferimento, consegnare la barca a mio figlio Tommaso, che subentra a me come armatore e che, lavorando (tanto) a Firenze, giustamente vuole avere la barca a portata di week end. Per gli amanti della nautica e gli amici comunque curiosi, racconto il viaggio con maggiori dettagli di quanto ho fatto su Facebook.

Analisi critica delle misure di qualità della vita

Ecco la relazione che ho presentato al primo Convegno nazionale dell’Associazione Italiana degli Studi sulla Qualità della Vita. L’incontro si è svolto a Firenze dal 28 al 31 luglio 2013 sul tema: “Qualità della vita, territorio e popolazioni”. Ne parlo diffusamente sul mio blog Numerus. Il mio intervento ha introdotto la sessione plenaria conclusiva. Osservazioni…

Oggi possiamo trasformare in realtà la canzone di John Lennon

È tempo di passare dai sogni all’azione. Nel mondo ci sono centinaia di milioni di persone, forse miliardi, che hanno valori comuni e la Rete aiuta a metterli in relazione. In futuro questi legami saranno ancora più forti: il sogno di un movimento transnazionale globale che incida davvero sui comportamenti dei governi e delle organizzazioni regionali e mondiali può diventare realtà. Ne abbiamo bisogno perché il Pianeta è al collasso. Proviamo a enunciare i punti fondanti di una possibile “Agenda Mondo”: diritti delle donne, difesa delle libertà individuali e lotta agli integralismi, sostenibilità ambientale, rinnovamento del capitalismo per far fronte ai crescenti squilibri sociali, un codice etico sulle integrazioni uomo macchina. E tanto altro ancora.

2013: mi metto in viaggio e cercherò di raccontarvi…

Il libro “2030 La tempesta perfetta”, che ho scritto per Rizzoli con Gianluca Comin, ha avuto una buona accoglienza. È un testo che cerca di delineare i possibili scenari per i prossimi vent’anni e tocca temi che spaziano dalla demografia all’ambiente, dalla politica all’economia, con grande attenzione anche ai comportamenti dei consumatori e al ruolo della comunicazione. Quasi un anno dopo l’uscita del libro, nel corso di un incontro alla Sapienza insieme a  Gianluca e su invito del direttore del Dipartimento di management Alberto Pastore, ho cercato di presentare una sorta di bollettino meteorologico sull’avvicinarsi delle nubi che minacciano il nostro mondo. Potete vedere il powerpoint presentato in quell’incontro. Fotografa alcuni aspetti dei problemi descritti nel libro che si sono resi più evidenti nel corso dell’anno: i fenomeni meteorologici estremi e le preoccupazioni per il riscaldamento del Pianeta, la faticosa evoluzione della governance globale che non riesce ad affrontare i problemi dell’umanità in modo efficace, i vivaci dibattiti che si sono aperti su molti punti toccati dal libro. Dibattiti, bisogna dire con onestà, molto più vivi nel resto del mondo e seguiti distrattamente in Italia, nonostante il nostro sforzo di sensibilizzazione: da noi è difficile che l’attenzione pubblica spazi oltre le prossime elezioni e la crisi economica attuale. Crisi certamente importante, ma che andrebbe anch’essa inquadrata in un contesto di cambiamenti strutturali.  
E adesso? 

Chi era l’economista che cambiò la vita a Monti

L’enciclopedia Treccani gli dedica dieci righe. Scrive che Ferdinando di Fenizio visse dal 1906 al 1974, che insegnò in varie università e ne elenca le opere. Oggi pochi addetti ai lavori ricordano che il grande merito di questo economista fu di portare Keynes in Italia, divulgandone il pensiero nell’immediato dopoguerra e influenzando profondamente la politica economica di allora per favorire la ricostruzione dopo le distruzioni belliche e il successivo “miracolo economico”.

Alla fine della guerra fece parte della Commissione economica del Comitato di  liberazione nazionale Alta Italia, fu amico di Ezio Vanoni, ma non volle mai entrare in politica, preferendo esercitare la sua influenza con gli editoriali sulla Stampa (sempre chiarissimi, in competizione con quelli del suo collega ed amico Libero Lenti sul Corriere) e con la rivista scientifica l’Industria che dirigeva.

Di Fenizio fu anche un grande maestro e molti dei migliori economisti italiani si sono formati alla sua scuola. Tra questi Mario Monti, che lo ha ricordato di recente nell’intervista concessa a Ferruccio Pinotti per Sette: un dialogo che rivela molti aspetti personali del Presidente del Consiglio.

La “tempesta perfetta” potrebbe arrivare anche prima del 2030: cominciamo a pensarci

È ormai in circolazione da quasi un mese il libro che ho scritto con Gianluca Comin: 2030 La tempesta perfetta – Come sopravvivere alla Grande Crisi. L’accoglienza è stata ottima, com’è testimoniato dalle numerosissime recensioni. Mi sembra giunto il momento di tracciare un primo bilancio, anche perché Gianluca e io abbiamo fatto questo lavoro per stimolare il dibattito in Italia su temi importanti, sistematicamente accantonati di fronte alle emergenze. Vorrei sottolineare tre cose: le caratteristiche temporali del nostro discorso, la natura delle sfide che abbiamo di fronte e i ritardi, soprattutto nel nostro Paese, nell’elaborazione delle risposte.

Amato: dopo la crisi un’Europa più unita, forse senza Londra

Adesso possiamo dirlo: è possibile che l’euro superi la crisi, nonostante le previsioni autorevoli e tecnicamente fondate di un suo tracollo. Ragioniamo sul testo di una mia intervista a Giuliano Amato, nella quale l’ex presidente del Consiglio dimostra capacità di visione politica e delinea il futuro dell’eurozona come nucleo propulsivo dell’integrazione europea. Un futuro che inevitabilmente imporrà una drammatica alternativa agli euroscettici, Gran Bretagna in testa: o accettare le regole comuni o uscire dall’Unione.