Discutere di felicità in politica non vuol dire “parlar d’altro” in tempi duri

La misura della felicità collettiva può sostituire la misura della produzione di ricchezza espressa dal Pil, prodotto interno lordo? I parametri di felicità collettiva possono diventare obiettivo di azione politica? Quali indicazioni pratiche possiamo ricavare in Italia dalle esperienze in corso nel mondo? Non pretendo di dare risposte definitive a queste domande, ma ho cercato in questi mesi di esplorare i temi legati alla “politica della felicità”, arrivando a una serie di risposte personali, ma soprattutto cercando di informare e documentare chi come me è interessato a questa ricerca. Di questo ho scritto nel mio blog Numerus sul sito delle Corriere della Sera. Nello stesso blog ho raccontato anche l’esperienza del Bhutan e le vicissitudini del suo Indice di felicità che non ha impedito al governo locale di perdere le elezioni. Di “numeri della felicità” ho parlato anche a un seminario dell’associazione “Da ora in poi. Per la felicità pubblica” che si è svolto a Firenze il 5 ottobre. Ora gli amici dell’associazione promossa da Alessandro Lo Presti hanno messo su YouTube il video della mia presentazione. Nel video sono comprese anche le slide, ma per comodità di chi è interessato le slide in Pdf si possono anche scaricare da qui.