Sessanta milioni d’italiani non sono pochi…

La popolazione ha ripreso a crescere: quest’anno abbiamo superato “quota sessanta”. Siamo già oggi uno dei Paesi più affollati d’Europa, con effetti negativi sull’ambiente e sulla qualità della vita. Sarebbe opportuno mantenere la popolazione a questo livello; ci sarebbe comunque spazio per una immigrazione abbastanza consistente, alla quale offrire migliori politiche di accoglienza e integrazione.

L’Europa ha deciso: donne in pensione più tardi

Quasi nessuno si è accorto che la Corte di Giustizia europea ha deciso a favore dell’equiparazione dell’età pensionabile per uomini e donne. L’Italia non potrà ignorare questa sentenza, perché rischia di pagare penali molto elevate. Il precedente governo, con Emma Bonino, aveva indicato un percorso graduale per risolvere questo problema ed investire nelle politiche di conciliazione tra lavoro e famiglia al fine di aumentare l’occupazione femminile.

Pierferdi, perché fai così?

“Le famiglie italiane sotto la soglia di povertà sono passate in un anno da due milioni e mezzo a sette milioni e mezzo”. Quando ho sentito Pierferdinando Casini fare questa affermazione, nel corso del dibattito promosso da Società aperta il 4 novembre a Roma, ho fatto un salto sulla sedia.
Per caso mi ero appena stampato la nota che l’Istat aveva diffuso quel giorno stesso. In realtà, dal 2006 al 2007 le famiglie povere sono passate da 2milioni 623mila a 2milioni 653 mila, mentre gli individui in povertà da 7milioni 537mila a 7milioni 542mila. In percentuale, le famiglie povere sono rimaste all’11,1% del totale e gli individui in povertà sono scesi dal 12,9 al 12,8%. Insomma, la situazione era rimasta stabile, altro che povertà triplicata.
Pur non conoscendo personalmente Casini, mi sono permesso di portargli il comunicato Istat e di fargli presente l’errore.