Perché tutti si sentono più poveri

“Non ci credono neanche le nostre mogli…”. Mi capita spesso di imbattermi nella frustrazione di economisti e statistici, convinti che gli indici dei prezzi sono sostanzialmente corretti, ma che devono combattere con l’incredulità generale e con la convinzione che “i prezzi sono raddoppiati con l’euro, mentre gli stipendi sono rimasti uguali”.
C’è in Italia una generale percezione che il Paese si stia impoverendo e che “la gente non ce la fa ad arrivare a fine mese”. Fosse anche una sensazione esagerata (ne parleremo), resta il fatto che questo è un sentimento che si amplifica attraverso i mezzi di comunicazione, modifica i comportamenti economici, finisce coll’incidere pesantemente sulla politica.
A questo sentimento contribuiscono anche errori di comunicazione come quelli commessi dall’Istat nel diffondere senza adeguate spiegazioni ex ante l’indice sugli acquisti più frequenti (si veda a questo proposito il mio precedente post e il bell’articolo di Dario Di Vico), strumentalizzazioni da parte di associazioni di consumatori, dati diffusi da istituti di ricerca poco attendibili e persino l’agenzia stampa dei vescovi che ha presentato il nuovo dato come la “vera inflazione”.Come stanno davvero le cose?