Mi chiamo Speroni, mio nonno era mugnaio sull’Olona, però…

Alcuni commenti al mio precedente post che ho ricevuto sul blog e a voce m’inducono a una precisazione. Anche se la mia famiglia proviene dal cuore della Lombardia, anche se porto lo stesso cognome dell’eurodeputato Francesco, ex segretario di Umberto Bossi, non sono a favore della divisione del Nord dal resto del Paese. Ho solo cercato di descrivere i rischi che il Paese sta correndo e mi sembra che l’escalation dei toni sul tema della secessione giustifichi la mia preoccupazione. Ma chi legge articoli sullo schermo anziché su carta troppo spesso giudica in modo frettoloso. Oggi sul web si usa una lettura “impressionistica”; difficilmente ci si ferma a leggere fino in fondo un articolo, e comunque lo si fa così in fretta che non se ne colgono tutte le implicazioni.

Se il Belgio si divide l’Italia esplode

La possibile secessione del Belgio rende più probabile anche una divisione dell’Italia. Non è una prospettiva auspicabile, anzi, sarebbe un disastro per molte regioni. Ma è tecnicamente più facile, oggi, sotto l’ombrello di Bruxelles e della moneta unica. E la voglia di divorzio potrebbe rafforzarsi anche tra gli imprenditori, perché oggi in economia non è più tanto importante disporre di un mercato unico nazionale, quanto piuttosto rispondere con un governo efficiente alle sfide della globalizzazione e all’aggressivo nazionalismo economico dei nuovi Paesi.

La ricchezza nell’era wikinomics

Gli scienziati del progetto “Sloan Digital Sky Survey” hanno lanciato un invito agli astronomi dilettanti perché collaborino a esaminare e catalogare il milione di galassie finora conosciute. Requisiti: soltanto un computer, una connessione internet e la disponibilità a lavorare gratis. Si aspettavano un manipolo di volontari, invece sul sito in un solo mese sono state raccolte 85mila adesioni al progetto.